I miei nonni
Venivano dall' Italia.
Da un luogo costeggiato da montagne
ove il sole del pendio
si riverberava sui sassi
in riva al fiume Bormida.
Attraversarono il mare un mattino su una nave che immagino marrone
affaticata da legni scricchiolanti
e onde spietate;
si chiamavano Fortunato
e Maria Maddalena.
Di lui ricordo soprattutto la guerra
che mi raccontava.
Vedersi cosí, all´ improvviso, circondato da nemici la paura
la nostalgia della vigna e dell'orto
e quell´andirivieni dei giorni
sfíorando la morte.
Nelle notti d'estate
ed in crepuscoli oscillanti
quando il vino rallegrava la sua voce
mi cantava una canzone in piemontese,
gravida d'immagini,
che popolava in modo tanto singolare
i miei sogni infantili.
Di lei ricordo
l'andar suo per la casa, riordinando tutto,
le parole che diceva in dialetto
e un racconto che parlava di galline
che costruivano un muro per fuggire dal lupo.
Ma, al di sopra di tutto,
ricordo i suoi occhi
quella luce cosi chiara
che da anni mi segue
ogni notte senza sosta.
Venivano dall' Italia
dalla provincia di Alessandria:
un luogo il cui nome scrivevano
con grafía trémula
in lettere che raccontavano ai parenti
come cresceva il nipote.
Fortunato e Maria Maddalena:
i miei nonni.
Sapevano pochi libri;
vissero l'amore ed il dolore nella terra.
Morirono affínché in me permanesse
questa tristezza cosi profonda,
questa pena che grava
sulla mia solitudine.